UN PULSANTE E BRULICANTE UNIVERSO AL FEMMINILE AFFIORA NELLO SPETTACOLO “FIORI D’ACCIAIO” IN SCENA A GUASTALLA

La declinazione plurisensoriale e multipercettiva dell’universo al femminile si prospetta in tutta la sua prorompente e propulsiva energia vitale, all’interno del piacevolissimo spettacolo “Fiori d’acciaio” portato in scena da un gruppo di attrici di valore (tra cui anche Anna Galiena e Martina Colombari) nel teatro guastallese Ruggero Ruggeri. per confermare (semmai ce ne fosse ancora bisogno) che il gioco di squadra tra le donne è sempre e comunque vincente in ogni frangente e circostanza. Ecco, che tutto torna in funzione di questo positivo messaggio simbolico, che esalta a buon conto e a buon diritto una visione di cosiddetta good vibe tra questo circuito di donne, ciascuna con il proprio personale decorso e trascorso di vita, che si confronta e si mette a nudo verso le altre, trovando una forza reattiva ulteriore proprio mediante quel dialogo anche animato e acceso, che sfocia in una corresponsione sinergica e in una comunione di autentica coesione, seppur nelle reciproche e rispettive differenze talvolta “condite” da divergenze di vedute e opinioni. Credo, che in una fase socialmente anomala come questa, che vede prevalere sempre e ovunque la volontà di competizione e di sfida e l’impeto di antagonismo (purtroppo spesso sleale e disonesto) l’esempio traslato in recitazione teatrale possa essere recuperato e adattato a tanti ambiti e contesti, sia al femminile sia al maschile sia misti, dove si rende modello positivo di una convivenza professionale e costruttiva. La narrazione, che si assesta sempre sul piano di una gradevolezza dialettica in stile commediale, mette in luce e in evidenza i problemi relazionali di ognuna, la dimensione esistenziale del quotidiano con le sue difficoltà, con i suoi ostacoli, ponendosi affine a tutto ciò che a sua volta il pubblico deve mettere in conto giorno dopo giorno. Quindi, si genera di rimando una sorta di immedesimazione, che rafforza ancora di più l’impatto di coinvolgimento emotivo ed emozionale. Questi fiori d’acciaio diventano così la metafora di una capacità di reazione propositiva davanti alle avversità e rappresentano il potenziale di risorse reattive e reagenti, che fanno da supporto di sostegno a queste carismatiche protagoniste sul palco. ma che ciascuno da spettatore-fruitore può ottimizzare nella propria proiezione e prospettiva. Ogni donna nella sua individualità peculiare diventa come il tassello di un unico mosaico, che durante la performance si compone e si scompone per poi ricomporsi e ricompattarsi in un unicum, in nome di un sentimento di unicità distintiva identitaria, che si eleva e innalza a un comune denominatore unitario. La complicità empatica e lo spirito di mutuo soccorso fanno da detonatore simbolico al desiderio di rivendicare il famoso motto “l’unione fa la forza” proprio per dimostrare, che il potenziale di ognuno può essere aumentato e accentuato attraverso il contributo congiunto e che chi ha accanto presenze affidabili e fidate riesce a risolvere situazioni spinose e a darsi la giusta carica rigenerante. Un significato a monte, che si trasmette a valle all’insegna di un messaggio, che nel fornire degli utili spunti di riflessione, tocca da vicino un meccanismo socio-culturale, che dovremmo davvero riscoprire e rivalutare per scardinare quelle concezioni egoistiche, individualistiche ed egocentriste, che stanno rovinando e devastando i rapporti e le relazioni umane in tutti gli strati. “L’educazione dovrebbe inculcare l’idea che l’umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Che è di conseguenza la collaborazione più importante della competizione” (Bertrand Russell). “Solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere” (Karl Jaspers).

 

 

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